Qualunque disciplina sportiva viene
praticata in termine di professionismo o di dilettantismo, ma, questa
diversificazione mantiene un denominatore comune quando l’unico obiettivo
dell’attività fisica è il superamento dell’avversario.
Lo sport possiede, invece, anche una spiccata
Il KARATE-DO appartiene precisamente a quest’ambito,
concentrandosi sulle sue finalità educative e sviluppandole in maniera
originale.
Il KARATE-DO (via del Karate) è un percorso indirizzato alla
scoperta ed alla formazione di se stessi.
L’educazione, infatti, implica tanto di comprendere le proprie
possibilità ed i propri limiti, quanto la vera e propria costruzione di
un’identità e la creazione di una personalità aperta alle trasformazioni ed ai
cambiamenti.
Nel KARATE-DO insegnamento ed apprendimento passano
attraverso la ripetizione di tecniche e l’esecuzione di movimenti, dunque, la
trasmissione dei contenuti educativi è primariamente affidata al corpo; solo
più tardi ci si av
L’educazione presuppone, perciò, la disponibilità di chi parla e
di chi ascolta e, soprattutto, la fiducia dell’allievo nel maestro.
Fiducia che, tuttavia, non deve essere cieca, ma conseguenza
all’autorevolezza del maestro.
L’autorevolezza, che non è autorità imposta dall’
È da considerare, inoltre, che ovunque il MAESTRO insegni, si
stabilisce una piramide naturale di gradi, indispensabile alla trasmissione
dell’insegnamento e alla crescita dell’allievo.
Per il praticante è indispensabile collocarsi ad un livello reale
della piramide giacché, solo così, si pongono le premesse per ogni suo futuro
progresso; ovviamente la piramide è simboleggiata dal sistema dei gradi e delle
cinture.
Qualsiasi sia il livello nel quale il
praticante si trova al momento, il suo compito è quello di onorare il grado
raggiunto e di accettare la sfida del grado superiore.
Il primo insegnamento trasmesso dal KARATE-DO è l’umiltà.
L’allievo di qualsiasi età, sesso e ceto sociale è un principiante
nell’arte marziale e inizia dal livello più basso, quello di cintura bianca.
Deve essere disposto ad accettare la propria condizione
d’inferiorità tecnica, bilanciandola, tuttavia, con l’entusiasmo della novità e
con la libertà mentale con cui si affrontano gli esercizi sempre nuovi.
L’umiltà, comunque, rimane una costante
nel percorso del karateka.
Vale per tutti la regola “non si finisce
mai di imparare” perché non esiste un livello conclusivo: la ricerca è per
sempre.
Il rispetto per gli altri e per l’arte marziale è essenziale.
Rispetto significa, innanzi tutto, continuo confronto con gli altri,
nell’intento di migliorarsi reciprocamente senza alcun desiderio di
sopraffazione.
Confrontarsi reciprocamente vuol dire guardare ogni praticante con
imparzialità, riconoscendone la qualità e cercando di evitarne gli errori.
Significa, inoltre, rifuggire dalle sfide gratuite tese
all’appagamento momentaneo e alla gratificazione di una vittoria magari
immeritata.
Testimone del rispetto è il gesto di saluto: con esso inizia e termina ogni allenamento, ogni esecuzione di
Kata e ogni combattimento.
Il rispetto è espresso nei confronti di tutti senza distinzione di
grado, e, deve essere rivolto anche verso se stessi
osservando pregi e difetti.
Rispettare se stessi richiede perciò, il
coraggio di analizzarsi obiettivamente mascherando i tentativi di nascondersi
dietro giustificazioni o dietro il “tanto non ci riesco”.
L’umiltà, il rispetto e la lealtà, che si apprendono durante ogni
allenamento, conducono il praticante a sviluppare un atteggiamento di cortesia
verso gli altri, non solamente nel DOJO (il luogo dove si pratica la via).
Al contrario l’impeto e l’energia richiesti durante l’allenamento,
sono primariamente indirizzati verso se stessi, concentrati nell’esecuzione
corretta della tecnica, focalizzati sul controllo del corpo e delle emozioni.
L’obiettivo educativo del KARATE-DO è indicato esplicitamente,
senza possibilità di fraintendimenti.
Per quale motivo, oggi, una persona deve seguire un corso di KARATE?
Che cosa spinge un profano a praticare quest’arte?
Il desiderio di imparare l’autodifesa o la curiosità di
conoscere tecniche misteriose e segrete, la volontà di acquisire autocontrollo
o, più semplicemente, quella di tenersi in forma.
Le motivazioni possono essere, dunque, le più disparate.
Ma ecco cosa può offrirci il KARATE.
Il M° FUNAKOSHI, che all’inizio di questo secolo ha selezionato le
tecniche provenienti dalle varie scuole di OKINAWA, ha
posto in rilievo tre criteri: efficacia, autocontrollo e miglioramento
personale.
Quest’ultimo principio è fondamentale, e deve perciò essere
l’obiettivo a cui tendere.
Impegnando il corpo in tutte le sue parti, il KARATE, offre la possibilità di rendere agile il proprio fisico e di
rafforzarlo, di misurarsi con se stessi e gli altri, e, eventualmente, di
specializzarsi nell’agonismo.
Egli potrà inoltre incontrare ragazzi e ragazze che condividono i
suoi interessi e continuare a coltivarne la conoscenza al di fuori dell’ambito
sportivo.
L’adulto finalizza lo studio di questa
affascinante arte al miglioramento e con l’andare dell’età con il mantenimento
delle sue capacità fisiche.
Il KARATE gli darà modo di scaricare le tensioni accumulate con il
lavoro e la famiglia, permettendosi di ritagliare un poco di tempo per sé.
Gli adulti sono poi in grado, più dei ragazzi, di comprendere ed
apprezzare alcuni aspetti di una cultura completamente diversa dalla nostra.
Una differenza notevole è rappresentata, ad esempio, dalla
concezione orientale del miglioramento fisico che deve e può essere perseguito
anche in età avanzata, contrariamente alla normale impostazione occidentale che
alla vecchiaia collega unicamente stati di stanchezza e debolezza.
Le donne possono trovare, sicuramente, nel KARATE, un particolare
sostegno; la sensazione di sicurezza, ma anche quella di benessere e tonicità
sono immediatamente percepibili ed estremamente
importanti sia per la forma fisica che per quella menale.
Sono, insomma, molte le ragioni per praticare KARATE: ognuno ha il
suo motivo per cominciare, ma ne scoprirà molti altri per continuare.
OSS